Pagina:Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu/206

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“Tu dici, o bimba, Due sono in mare,
altri due sono nella città;
e siete sette. Questo, mi pare,
è un conto, bimba mia, che non va„.

“Sette tra bimbe„ diceva in tanto
“e maschi, siamo. Due son qui presso
in un cantuccio del camposanto:
nel camposanto, sotto il cipresso„.

“Ma tu ti movi, tu corri: è vero?
tu canti, ruzzi, hai fame, hai sete:
se que’ due sono nel cimitero,
cara bambina, cinque voi siete„.

“Verde„ rispose “verde è il lor posto:
lo può vedere, lì, se le preme:
da casa un dieci passi discosto:
stanno vicini, dormono insieme.

Là vado a fare la calza, e spesso
vado a far l’orlo delle pezzuole:
mi siedo in terra, sotto il cipresso,
con loro, e loro conto le fole.

E spesso, quando la sera è bella,
e quando è l’aria dolce e serena,
io là mi porto la mia scodella,
e là con loro fo la mia cena.

Prima a morire fu Nina: a letto
tra sè gemendo, stette più dì.
Poi l’ha guarita Dio benedetto;
ed ecco allora ch’ella partì.

Nel camposanto così fu messa,
e quando l’erba non era molle,
io col mio Nino vicino ad essa,
mi divertivo sulle sue zolle.