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In questo angolo sol del ferreo mondo
Cred’io, che ricovrasse il secol d’oro,
Quando fuggia le scelerate genti.
Qui non veduta altrove
Libertà moderata, e senza invidia
Fiorir si vide, in dolce sicurezza
Non custodita, e ’n disarmata pace.
Cingea popolo inerme
Un muro d’innocenza, e di virtute,
Assai più impenetrabile di quello,
Che d’animati sassi
Canoro fabro à la gran Tebe eresse,
E quando più di guerre, e di tumulti
Arse la Grecia, e gli altri suoi guerrieri
Popoli armò l’Arcadia,
A questa sola fortunata parte,
A questo sacro asilo
Strepito mai non giunse nè d’amica,
Nè di nemica tromba.
E sperò tanto sol Tebe, e Corinto,
E Micene, e Megara, e Patra, e Sparta