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ATTO TERZO


SCENA VI

MIRTILLO, CORISCA.


   
UU
DITE, lagrimosi

   Spirti d’Averno, udite
   Nova sorte di pena, e di tormento.
   Mirate crudo affetto
   In sembiante pietoso.
   La mia donna crudel più de l’Inferno,
   Perch’una sola morte
   Non può far sazia la sua ingorda voglia
   E la mia vita è quasi
   Una perpetua morte,
   Mi comanda, ch’i’ viva,
   Perche la vita mia
   Di mille morti il dì ricetto sia.
   Cor.M’infingerò di non l’haver veduto.
   Sento una voce querula, e dolente
   Sonar d’intorno, e non sò dir di cui.
   Oh se’ tu il mio Mirtillo?
   Mir.Cosi fuss’io nud’ombra e poca polve.