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Subitamente, e si ristagna il sangue,
E ’l ferro indi à non molto
Senza fatica, ò pena
La man seguendo ubbidiente n’esce.
Tornò il vigor ne la donzella, come
Se non havesse mai piaga sofferta.
La qual però mortale
Veramente non fù, però che ’ntatto
Quinci l’alvo lasciando, e quindi l’ossa
Nel muscoloso fianco
Era sol penetrata.
Cor.Gran virtù d’herba, e via maggior ventura
Di donzella mi narri.
Lin.Quel che tra lor sia succeduto poi
Si può più tosto immaginar, che dire.
Certo è sana Dorinda, ed hor si regge
Sì ben sul fianco, che di lui servirsi
Ad ogn’uso ella può, con tutto questo
Credo Corisca, e tu fors’anco il credi,
Che già ferita sia più d’una piaga.
Ma come l’han trafitta arme diverse,
Cosi diverse ancor le piaghe sono.
D’altra è fero il dolor, d’altra è soave:
L’una saldando si fà sana, e l’altra
Quanto si salda men, tanto più sana.
E quel fero garzon di saettare,
Mentr’era cacciator, fu così vago,
Che non perde costume, ed hor ch’egli ama,
Di ferir anco ha brama.