Pagina:Pastor fido.djvu/263

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   Quando la man per pegno de la fede
   A Mirtillo ella porse.
   E per pegno d’amor Mirtillo à lei
   Un dolce sì, ma non inteso bacio,
   Non so se dir mi debbia, ò diede, ò tolse,
   Saresti certo di dolcezza morta.
   Che purpura? che rose?
   Ogni colore ò di natura, ò d’arte
   Vincean le belle guance,
   Che vergogna copriva
   Con vago scudo di beltà sanguigna,
   Che forza di ferirle
   Al feritor giungeva.
   Ed ella in atto ritrosetta, e schiva,
   Mostrava di fuggire
   Per incontrar più dolcemente il colpo,
   E lasciò in dubbio, se quel bacio fosse
   O rapito, ò donato.
   Con sì mirabil arte
   Fu conceduto, e tolto e quel soave
   Mostrarsene ritrosa,
   Era un nò, che voleva, un atto misto
   Di rapina, e d’acquisto,
   Un negar sì cortese, che bramava
   Quel che negando dava,
   Un vietar, ch’era invito
   Sì dolce d’assalire,
   Ch’à rapir, chi rapiva, era rapito;
   Un restar, e fuggire,


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