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M'è, (non sò come) da le mani uscita
Ma s'ella giunge anco la terza al varco,
Ho ben pensato d'afferrarla in guisa
Che non potrà fuggirmi: à punto suole
Tra queste selve capitar sovente;
Ed io vò pur come sagace veltro
Fiutandola per tutto, ò qual vendetta
Ne vò far, se la prendo, e quale strazio.
Ben le faro veder, che tal'hor anco
Chi fù cieco apre gli occhi, e che gran tempo
De le perfidie sue non si dà vanto
Femmina ingannatrice e senza fede.
CHORO
Legge scritta anzi nata;
La cui soave, ed amorosa forza
Verso quel ben, che non inteso sente
Ogni cosa creata,
Gli animi inchina, e la natura sforza.
Nè pur la frale scorza,
Che 'l senso à pena vede, e nasce e more
Al variar de l'hore,
Ma i semi occulti, e la cagion interna,
Ch'è d'eterno valor, move, e governa.
E se gravido è il mondo, e tante belle
Sue maraviglie, forma;