Pagina:Pastor fido.djvu/77

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   E’l contentar costei, prendilo, fanne
   Ciò che ti piace. chi tel nega, ò vieta?
   Che vuoi tu più? che badi?
   Dor.Tu perdi ne l’arena i semi, e l’opra
   Sfortunata Dorinda.
   Sil.Che fai? che pensi? ancor mi tieni à bada?
   Dor.Non così tosto havrai quel che tu brami
   Che poi mi fuggirai perfido Silvio.
   Sil.No certo bella Ninfa. D. Dammi un pegno.
   Sil.Che pegno vuoi? D. ah che non oso a dirlo
   Sil.Perche? D. Perc’hò vergogna. S. E pure il chiedi.
   Dor.Vorrei senza parlar esser intesa.
   Sil.Ti vergogni di dirlo, e non havresti
   Vergogna di riceverlo? Dor. Se darlo
   Tu mi prometti, i’ te’l dirò. S. Prometto
   Ma vo’ che tu me ’l dica. D. Ah non m’intendi,
   Silvio, mio ben? t’indenderei pur io,
   S’a me il dicessi tu. S. Più scaltra certo
   Sè tu di me. D. Più calda Silvio, e meno
   Di te crudele io sono. S. à dirti il vero
   Io non son indovin, parla se voi
   Esser intesa. D. O misera, un di quelli
   Che ti dà la tua madre. S. Una guanciata?
   Dor.Una guanciata à chi t’adora Silvio?
   Sil.Ma careggiar con queste ella sovente
   Mi suole. D. Ah sò ben io che non è vero.
   E talhor non ti bacia? S. Nè mi bacia,
   Nè vuol ch’altri mi baci.
   Forse vorresti tu per pegno un bacio?