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genova cavalleria 197

di campo imparziale, in questo giorno solenne che rammenta una delle più fulgide glorie militari del vostro reggimento, leva il bicchiere in onore di Genova Cavalleria, di tutti

i suoi ufficiali presenti, passati, assenti... e futuri. Beve alla salute di tutta la ufficialità italiana — sia che porti Elmo o Kolbach — la quale, non solamente salta ostacoli, alti un metro e mezzo, ma legge, scrive, e ragiona.... e come il nostro bravo Vinci, gli eruditi Pugi, Bernezzo, Libri, il Manusardi, Bianchi d’Adda, Abignente Lisi-Natoli, Bagnolo, e parecchi altri, studia, scrive.... e stampa!

Chiusero la serie dei brindisi il capitano Paveri, e l’altro capitano Vittorio Manusardi; e, pour la bonne bouche, il colonnello Lorenzi diede comunicazione di un fascio di telegrammi e di lettere, giunte da commilitoni assenti. Fra quest’ultime una del senatore Ettore Ponti, il quale molti anni addietro aveva fatto parte, come ufficiale di complemento, di Genova Cavalleria. Era diretta al colonnello Lorenzi in data 19 aprile, e diceva:

“Costretto a partire improvvisamente per la Sicilia in seguito a grave lutto domestico, sono dolentissimo di dover rinunciare all’onore ed al piacere di assistere al ritrovo di sabato prossimo. Nondimeno mi permetto di mandare a Lei e a tutti codesti egregi signori ufficiali l’espressione della più alta deferenza e simpatia, anche in omaggio agli indimenticabili vincoli di affetto e di gratitudine contratti col reggimento Genova Cavalleria in tempi, pur troppo lontani, ma per me di tanta lusinghiera e grata memoria.

Pertanto mi associo di cuore agli odierni valorosi rappresentanti dell’antico mio reggimento, inviando un riverente saluto alla Triade bella ed indissolubile, che si riassume nei nomi augusti della Patria, dell’Esercito, e del Re!„

Ma l’ex sottotenente di complemento, ex deputato — ora sindaco di Milano e senatore del Regno — prima di partire per la Sicilia, pensò che le parole, più o meno belle, non è difficile di scriverle;