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i cavalleggeri di alessandria | 207 |
Innumerevoli, come vedremo, furono gli atti eroici, e di abnegazione, compiti e prima e durante la cruenta giornata del 24 giugno. Un pittore, caporal furiere in Genova Cavalleria — il Gabani, ora defunto, autore egregio di alcuni quadri che rappresentano i fasti di quel reggimento — scrivendo un giorno al colonnello Vicino Pallavicino, narrava a mo’ d’esempio, fra gli altri, il caso di un soldato del secondo squadrone — certo Aviena, piemontese — il quale, risultando ammalato, doveva entrare all’ospedale, proprio nel momento che nell’aria si sentiva l’odore della polvere. Egli non ne volle sapere; pregò, scongiurò che lo si lasciasse seguire il reggimento, giacchè, finalmente, era giunta la occasione di menare le mani!.... Ma il medico — capitano Piras — fu irremovibile. L’Aviena doveva entrare all’ospedale ad ogni costo!... Disperato, che cosa fa allora? Si ritira sotto la tenda, carica un pistolone.... e si fa saltar le cervella!
Un altro fatto, meno tragico, ce lo narra il senatore Ulderico Levi, già sottotenente nel reggimento Guide — quel bel reggimento che, insieme agli Usseri di Piacenza, fu una delle vittime della smania livellatrice del Ricotti — il bravo Levi, apparteneva allo squadrone comandato dal marchese Fernando Scarampi di Villanova, il biondo elegante ufficiale piemontese; squadrone del quale facevano pure parte, il luogotenente Sansone dei duchi di Torrefranca, napoletano, e il sottotenente Giuseppe Cassinis, bresciano, cui appunto riguarda il fatto seguente.
Quest’ultimo nel provare una rivoltella, il giorno prima della battaglia, ebbe perforata la mano sinistra. Ferirsi alla vigilia di una battaglia! C’è disgrazia maggiore che possa capitare a un valoroso ufficiale, pronto a dar la vita per la patria? Ed ecco che il Cassinis, malgrado la mano forata, legate le redini al braccio sinistro, soffrendo come un dannato, carica col suo squadrone, e non vuole entrare all’ospedale che a combattimento finito!
Lo stesso Levi, permettendoci lo spoglio di alcuni suoi appunti presi due giorni dopo la battaglia, ci narra altresì un episodio che riguarda un soldato volontario di artiglieria, ferito a Custoza — il quale è vissuto fino a ieri con un solo polmone — il signor Cesare Stucchi, milanese.
Ecco la parte degli appunti che riguardano quel fatto.
“...... Posta in moto la colonna — il Levi scrive — rimango alla retroguardia, e levo le ultime vedette, a seconda dell’ordine ricevuto dal mio valoroso capitano. Ma mentre sto per risalire a cavallo, vengo chiamato da una donna, la quale vuol farmi vedere un ferito, che giace al primo piano della sua casetta. Salgo in fretta, seguito da un furiere dei bersaglieri. A piedi dal letto, disteso immobile a terra, vedo un bel gio-