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Eroismo e Sacrificio
I.
Dall’Esercito regolare, passiamo a quello dei Volontari. Ed eccoci, senza andar molto lontani, sul teatro della prima grande battaglia Garibaldina — a Varese — sostenuta contro le prevalenti forze dell’Urban, il 26 maggio 1859; cioè, soli sei giorni dopo la prima battaglia avvenuta a Montebello, fra le truppe del Feld-Maresciallo Stadion, noi e i nostri alleati.
L’epico combattimento di Varese, che diede il nome glorioso a molte contrade delle memori città d’Italia, è troppo noto perchè io ardisca ripeterne la storia!... Basterà dare un’occhiata a quel nuovo Calendario di Santi della patria, che sta scolpito nelle riconoscenti tavole del Municipio varesino, per sapere che fu il fior fiore dei figli di Varese quello che cadde nell’aspro cimento; per imparare che fu qui, che Adelaide Cairoli — la moderna madre dei Gracchi — dovette piangere il primo dei cinque fratelli che morisse sul campo: suo figlio Ernesto.
Ahimè! il giorno che seguì quello della battaglia di Varese — cioè il 27 maggio — eccoci al combattimento di S. Fermo!
Qui troviamo, morti sul terreno, Carlo De Cristoforis, il Cartellieri, il Pedotti e Giacomo Battaglia.
Permettete ch’io mi fermi un momento sui nomi di De Cristoforis e di Battaglia.
Il primo di essi, emigrato politico, e forte scienziato, vincolato come insegnante nell’Istituto Sambury, presso Londra, alle prime voci di guerra del 1859, scriveva al suo prode amico Sirtori, queste righe: