Pagina:Patria Esercito Re.djvu/276

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258 parte prima

— “Ardo!... Ho offerto i miei servigi al Governo Piemontese. Se questi saranno accettati, partirò non appena tu mi scriva: — Vieni: c’è da farsi accoppare anche prima!1

Più tardi — il 18 marzo — la sua impazienza diviene febbre acuta, e torna a scrivere:

— “Ardo!... Ardo!... Scrivimi subito di partire!... Mostro la lettera, e parto!... Fosse anche tamburino, voglio trovarmi al mio paese, e avervi la possibilità di subirvi il primo colpo di fucile!...„

E venne! — E giunto a Torino, Garibaldi lo destinò a Capitano della 3ª compagnia del II Reggimento Cacciatori delle Alpi, comandato dal vincitore del Vascello, allora colonnello Giacomo Medici.

E, il giorno 27 medesimo, là, a S. Fermo, il colpo di fucile da Carlo De Cristoforis dianzi invocato.... lo stendeva morto sul terreno!...

Ed è là, su quelle stesse zolle, sacre a una seconda vittoria,
Enrico Cairoli.
che cadde pure Giacomo Battaglia — quasi fosse invidioso della morte gloriosa del suo amico, del suo fratello d’armi!

Giacomo Battaglia, geniale scrittore milanese, è quello stesso che, affetto da una forte miopia era rimasto alcun tempo addietro, ferito in duello, battendosi contro un ufficiale Austriaco ai tempi dell’Arciduca Massimiliano.

Sperava egli, forse, di prendersi una rivincita in campo aperto.... Ma anche qui — tradito dalla vista — non vide, o non volle vedere, la siepe di bajonette che gli venivano contro minacciose... e, spintosi impavido avanti alla testa del suo plotone, anch’esso come il giovane Onofrio Scassi a Montebello, cadde trafitto da cento punte mortali!

Presentiamo le armi davanti ai nomi di questi eroi, e rechiamoci sui monti Parioli, accanto ai due fratelli Giovanni e Enrico Cairoli.


  1. Vedi Penna e Spada. Editore Hoepli, 1899.