Pagina:Patria Esercito Re.djvu/32

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14 parte prima

usato alcun riguardo?... Solo egli, il buono, l’innocente, debba essere sagrificato per i peccati del mondo?... S’egli poi risponderà alla suddetta lettera, è ciò intorno a cui crediamo di dubitare. Sì, lo diciamo e ripetiamo: volesse Iddio che quella lettera fosse apocrifa!„

E, difatti, il buono e innocente, debole e ingenuo imperatore Ferdinando I, si guardò bene dal rispondere alle esortazioni del Pontefice; ma messo, come chi dicesse, fra l’uscio e il muro, trovò cosa più spiccia e più comoda prendere la via dell’uscita: abdicò nelle mani del giovane Francesco Giuseppe, e avvenne.... quello che avvenne!



Quattordici mesi dopo quel giorno memorando che la città dogale — Venezia — il marzo 1848, infrante le catene della servitù straniera, fra l’entusiasmo frenetico di un popolo libero, proclamava in piazza S. Marco, la Repubblica, e portava, a braccia di popolo, in trionfo Manin e Tommaseo, tolti alle carceri; quattordici mesi dopo — diciamo — cioè la sera del 4 maggio 1849, il Feld-maresciallo Radetzky — l’uomo di ferro dell’Impero Austriaco — giunto presso il II Corpo di Riserva, comandato dal tenente-maresciallo Haynau, ha preso alloggio a Mestre, nella casa dei conti Papadopoli — i quali, certamente, avrebbero, in quel momento, volontieri rinunciato a tanto onore!

Radetzky era giunto mentre si stavano apprestando gli ultimi lavori d’assedio contro il forte di Marghera, e già iniziato anche il fuoco delle