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316 | parte seconda |
Solamente i pranzi, diremo così, ufficiali — quelli per i quali veniva tolta dalle casse la storica tovaglia Napoleonica di sessanta e sino di ottanta convitati — venivano invece dati nella sala d’armi. Questa sala, compresi i riparti laterali, misurava oltre quaranta metri; spazio nel quale, con rapidità fulminea, e sotto la direzione del bravo Galli, venivano imbastite, e una contro l’altra fortemente assicurate, sei od otto tavole d’abete costrutte prima dell’arrivo; le quali, in un gesummaria, finito il pranzo, sparivano come per incanto senza lasciare la traccia di una sola bricciola.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a0/Patria_Esercito_Re_p334.jpg/420px-Patria_Esercito_Re_p334.jpg)
Il dopo pranzo di quello stesso giorno, S. M, volle che lo si accompagnasse su, al secondo piano — in guardaroba — per vedere da una di quelle finestre, l’effetto della luce elettrica che dal forte Lugagnano projettava i suoi raggi sulle opere di attacco, che andava costruendo di notte la parte avversaria assediante.
— È una scala brutta e stretta, Maestà...
— Non importa... andiamo!
Si salì dunque al secondo piano, entrando nel locale della guardaroba,