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teriore e sulla vita fisica dell’individuo (sincerity test, sterilizzazione, ecc.) o surrogati dell’individuo stesso (robots) o intervento nell’attività interiore e fisica individuale (inoculazione di sperma artificiale, classificazione delle attitudini, controllo statistico dei gesti alla Taylor, ecc.), che la vita non varrà piú la pena di essere vissuta. La conclusione tipica dei romanzi avveniristici è, infatti, dopo una descrizione del meccanismo controllatissimo di quella vita, un climax di rottura di coglioni per cui le masse si scatenano uccidendosi e impazzendo, pur di uscire dall’incubo. Insomma, morire (sia di spada, sia di raggio mortale) non è nulla; vivere scientificamente appare spaventoso. Un conforto è il pensiero del 25 ottobre ’38.

6 aprile.

[......]1.

Vecchi ritmi:

Pupe fiape
côme rape
rape d’uv̈a
d’una fômna patanuv̈a

[......]2.

7 aprile.

C’è quello che gli pare d’essere piú vecchio della sua età, e quello che si ritrova sempre piú giovane degli anni che compisce. Sono due tipi d’uomini; probabilmente hanno altre differenze.

Tu sei dei piú giovani dei loro anni. A trenta, non credevi di essere tanto vecchio.

  1. Omesse due righe [N. d. E.].
  2. Omessi nove versi di una filastrocca oscena in piemontese [N. d. E.].