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trina, ai tempi in cui si odiava il nome nemico, la piú religiosa delle barbarie. Ma c’è una differenza da quei tempi: non siamo affatto religiosi.

6 luglio.

S’insegna soltanto ciò che infallibilmente è. (Le tecniche infatti sono). Del resto, per insegnare una cosa, bisogna credere nel suo valore assoluto — che esista anche senza noi; che sia oggettivamente.

7 luglio.

Il pregio estetico, l’essenza morale, la luce della verità, non si possono insegnare — ognuno se li deve creare dentro di sé. Sono assoluti, fuori cioè del tempo e quindi della società (cfr. 27 agosto ’39 e II 24 febbraio ’40) e perciò incomunicabili. Le parole ne esprimono solo uno schema.

8 luglio.

Le prime donne di Dostojevskij non si decidono mai chi prendere (Nastàsja Filǐppovna tra il principe e Rogòžin; Katerina Nikolàjevna tra Versilov e l’adolescente; Grušegnka tra Dmitrij e Fjodor Karamazov). Chi è polo negativo a volte (Rogòžin), è positivo altre volte (Dmítrij).

Le donne non sono mai protagoniste, sono sempre vedute da altri.

L’Adolescente non è fiacco perché tratti di malati psichici piú del solito; ma bensí perché è il piú panoramico dei grandi romanzi di Dostojevskij. Vi manca quella scena o quel grappolo di scene che assomma e assorbe in sé tutto il febbrile raccontare, quella specie di giungla improvvisa nel deserto; e la storia si stende piuttosto