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1942 221

tuo spirito e gettare quelle innumerevoli e segrete radichette di riferimenti che dànno il sangue e la vita alle creazioni. Insomma, tu non puoi volendo interessarti poeticamente a un dato paese o a una data sfera e farli vivere, se non riducendoli agli stampi (insufficienti) della tua infanzia-gioventú. Non puoi quindi sfuggire (almeno per ora) a un mondo già implicito nella tua natura percettiva, cosí come nella vita pratica non puoi sfuggire alla determinazione della tua natura volitiva, determinazione avvenuta in gran parte durante il tuo primo adattamento al mondo. Resta da vedere se, nei due campi l’attivo e il creativo, devi limitarti a scavare e comprendere sempre piú a fondo la realtà che ti è già data, o se sia proficuo affrontare continuamente cose figure situazioni decisioni a te estranee, amorfe, e dall’urto e dallo sforzo trarre un continuo potenziamento e incremento delle tue capacità. La questione è tutta se, avvenuta la prima conoscenza, si viva spiritualmente di rendita o non si possa accrescere ogni giorno il capitale. Pare evidente che, per quanto faticoso e terribile, le due vie possono congiungersi e un’esperienza infantile elaborata nella maturità sarà un diverso e novello punto di partenza.

12 febbraio.

L’arte moderna è — in quanto vale — un ritorno all’infanzia. Suo motivo perenne è la scoperta delle cose, scoperta che può avvenire, nella sua forma piú pura, soltanto nel ricordo dell’infanzia. Ciò è effetto della all-pervading consapevolezza dell’artista moderno (storicismo, nozione dell’arte come attività a sé sufficiente, individualismo) che lo fa vivere dai sedici anni in su in stato di tensione1 — in uno stato cioè non piú propizio all’assorbimento, non piú ingenuo. E in arte si esprime bene soltanto ciò che fu assorbito ingenuamente. Non resta, agli artisti, che rivolgersi e ispirarsi all’epoca in cui non erano ancora artisti, e questa è l’infanzia.

  1. Nel manoscritto leggiamo: efficienza [N. d. E.].
    tensione