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Pagina:Pavese - Il mestiere di vivere.pdf/299

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1946 295

dato quasi tutto, ha perso sonno e fatiche, ha sfiorato la morte — ma tutto era soggetto alla grande esigenza — e che altro può che dannarsi?

Fessi gli etnologi che credono basti accostare le masse alle varie culture del passato — e del presente — per avvezzarle a capire e tollerare e uscire dal razzismo, dal nazionalismo, dall’intolleranza. Le passioni collettive sono mosse da esigenze d’interessi che si travestono di miti razziali e nazionali. E gli interessi non si cancellano.

3 marzo.

Vendicarsi di qualcuno! Fa’ come se lo perdonassi — abbandonalo alle vendette della vita. Non c’è trascorrere di tempo che non infligga da sé, senza spinta da parte dell’offeso, cose atroci a ciascuno.

E non soltanto il tempo — gli stessi altri, quegli altri magari che ti han fatto offendere, violare, mutilare dal tuo nemico. Lasciali fare, tutti. Ti vendicheranno. Quanto piú cari saranno al tuo nemico. Basta lasciarli vivere. Tutti. Che vendetta sarebbe se non ci fossero tutti?

4 marzo.

Tu sei per le donne che ami come per te una di quelle donne che ti sgonfiano.

Non c’è vendetta piú bella di quella che gli altri infliggono al tuo nemico. Ha persino il pregio di lasciarti la parte del generoso.

9 marzo. (Uscio)

Gli dèi non hanno sentimenti. Sanno quello che deve succedere e come deve lo fanno — sono utilitari.