Pagina:Pavese - Il mestiere di vivere.pdf/366

Da Wikisource.
362 1949

perto Torino. Che sia sempre qui il bello del viaggiare: riscoprire il proprio luogo?

Sono sinceramente agitato (domani si va a Roma). Sarà come il luglio ’45?

La fama americana di Vittorini ti ha fatto invidioso? No. Io non ho fretta. Lo batterò sulla durata. In fondo Vittorini è stato la voce (anticipata — questo è il grande) del periodo clandestino — amori nudi e vitali, astratti furori che s’incarnano, tutti in missione eroica. Ha presentito l’epoca e le ha dato il suo mito. Come D’Annunzio presentí l’epoca «imperiale» e la «civiltà letteraria» del ventennio. Entrambi sono e furono stoffa di portavoce. Crearono uno stile di vita, di discorso, di sentire, di fare.

Tu miri a uno stile di essere.

R. ti ha detto (Diavolo sulle colline) che in te si sente il giovane — e fai paura per questo. Che lavori una materia che si scheggia. Questa non l’ho capita. Ma era tutto un complimento?

30 dic. — 6 genn.
gita a Roma