Pagina:Pavese - Poesie edite e inedite.djvu/198

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saggio fantastico e concettuale insieme è dato proprio dall’elemento narrativo, dalla consapevolezza cioè di un’unità ideale insieme e materiale che raccoglie i diversi momenti di un’esperienza. Ma allora bisogna rinunciare alla pretesa di costruire un poema semplicemente giustapponendo delle unità: si abbia il coraggio e la forza di concepire l’opera di maggior mole con un solo respiro. Come due poemi non formano un unico racconto (si fermano tutt’al piú a legami di parentela tra i rispettivi personaggi o consimili ripieghi), cosí due o piú poesie non formano un racconto o costruzione, se non a patto di riuscire ciascuna per sé non finita. Dovrebbe bastare alla nostra ambizione, e basta in questa raccolta alla mia, che nel suo giro breve ciascuna poesia riesca una costruzione a sé stante.

Tutto ciò pare quasi elementare, ma, non so se per ingenuità mia iniziale o per un gusto poetico che tuttora respiro nell’aria, è proprio in un lungo travaglio intorno a quest’identità — ogni poesia, un racconto — che tecnicamente si giustificano tutti i tentativi compresi in questo libro.

Il mio gusto voleva confusamente un’espressione essenziale di fatti essenziali, ma non la solita astrazione introspettiva, espressa in quel linguaggio, perché libresco, allusivo, che troppo gratuitamente posa a essenziale. Ora, il falso canzoniere-poema giunge appunto all’illusione costruttiva attraverso gli addentellati che una pagina presta all’altra per mezzo dell’evanescenza delle sue voci e della concettosità dei suoi motivi.

Seguire il mio gusto e non cadere nel canzoniere-poema fu quindi una sola esigenza, tecnica per il rispetto sotto cui l’ho considerata sinora, ma, ben s’intende, impegnativa di tutte le mie facoltà.

Andava intanto prendendo in me consistenza una mia idea di poesia-racconto, che agli inizi mal riuscivo a distinguere dal genere poemetto. Naturalmente non è soltanto questione di mole. Le riserve del Poe, che ancora reggono, sul concetto di poema vanno integrate appunto di considerazioni contenutistiche, che saranno poi una cosa sola con quelle esteriori sulla mole di un componimento. È qui che, agli inizi, non vedevo chiaro ed anzi, con una certa baldanza, mi lusingavo bastasse un energico atto di fede nella poesia, che so io, chiara e distinta, muscolosa, oggettiva, essenziale, ed altri traslati. Parlavo in principio di evoluzione. E

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