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Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/395

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e gli occhi chiari era ancora un ragazzo. Eppure aveva una Dorina in qualche posto e le pieghe alla bocca, e ghignava.

— Ieri sera, — gli dissi, — volevo cambiare mestiere. Ero a terra deciso.

Mi guardò sotto sotto e cacciò un po’ di fumo.

— Ti capisco, — mi disse. — Stavi meglio una volta.

Quando arrivarono gli amici, eravamo ancor qui. Arrivarono quando si accese la luce centrale e l’orchestra attaccava. Brava gente — Luciano, Fabrizio, Giulianella. Con quei romani mi sembrava di esser solo e in compagnia. Una razza diversa: potevo scaldarmi con loro, e potevo stare da una parte a vederli mangiare. Per noi ci fu quella saletta dove nessuno entrava mai. Su una chitarra è presto fatto andar d’accordo. Era già giorno che suonavo ancora.


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