Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/236

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chezza, l’ira sorda non mi lasciarono dormire. Quando sentii sullo spiazzo le voci allegre, mi prese un’ira contro Pieretto che certo sapeva e non mi aveva detto nulla; e non scesi subito; fissavo vagamente il soffitto e pensavo che Rosalba, la coca, il sangue sparso, la collina, fossero un sogno, una beffa, che tutti si erano accordati a giocarmi. Bastava scendere, far finta di nulla, non lasciarsi afferrare nel giro. Ridergli in faccia, questo sí...

Un fragore, uno scoppio, mi fece saltare sul letto. Corsi alla finestra e li vidi che calavano ridendo dal biroccio. Oreste brandiva un fucile fumante, Gabriella s’era impigliata col vestito nella serpa e strillava, capelli al vento, — Fatemi scendere.

Corsero fuori la Pinotta e la cuoca; uscí Poli. Discussioni e saluti cominciarono. Il vino, la fiera, i fossati. — Quant’abbiamo riso, — dicevano, — siamo passati dal paese di Oreste — . Il cavallo scalpitava a testa bassa.

Discesi anch’io, e fu mezzogiorno prima che il subbuglio si sedasse. Buttati sulle poltrone, sospiravano e vociavano d’una cosa e dell’altra. Regnava tra loro un’intesa, il riflusso della comune baldoria. Gente che sanno divertirsi, dicevano, che paesi; e Pieretto era stato in un fosso, s’era picchiato con un oste; poi avevano suonato le campane, fatto uscire il sacrestano; rubato l’uva in una vigna.

— E cosí, — disse Pieretto, seduto sul bracciolo della poltrona di Gabriella, — li hai preparati i tuoi fucili, Poli? Noialtri vi faremo da cani.

A mezzogiorno ritornò la calma. Gabriella salí per mettersi in ordine. Guardai Oreste, era pacato e felice. La sua accresciuta intimità con Gabriella gli covava negli occhi. Non c’era bisogno di chiedergli nulla.

Non capivo Pieretto, che s’era rimesso a scherzare con Poli. Parlavano di un contadino che aveva conosciuto suo nonno e raccontava quante spose il vecchio avesse ingravidato in quei paesi.

— È un vecchio gusto di famiglia, — disse Poli. — Le campagne ci stavano.

— Peccato, — disse allora Pieretto, — che Gabriella ti voglia bene. Potrebbe sdebitare la famiglia. Devi mandarla piú sovente a queste feste.

Qualunque cosa avesse in mente Pieretto, fu Oreste che esplose con uno scatto inarticolato. Poli alzò un occhio perplesso.


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