Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/317

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Rientrammo nelle sale per dare un’ultima occhiata. Momina disse che voleva guadagnarsi la gita, adesso che i iettatori se n’erano andati. — Stammi vicina, — disse a Rosetta, — tu sei piena di fortuna, sei come la corda dell’impiccato — . Si misero a un tavolo, serie serie. Stetti a guardare. In pochi colpi Momina perse diecimila lire. — Prova tu, — disse a Rosetta. Rosetta ne perse altre cinque. — Andiamo al bar, — disse Momina.

«Ci siamo, — pensai, — si comincia». — Sentite, — dissi bevendo il caffè, — vi offro la cena ma smettetela.

— Imprestami ancora mille lire, — disse Momina.

— Andiamo, — disse Rosetta, — non serve a niente.

Diedi le mille lire e perdemmo anche quelle. Mentre nel guardaroba Momina almanaccava sulla disdetta e infilavamo le nostre pellicce, ci compare davanti sornione quel testardo di Febo.

— Dove vanno le belle signore? — ghignò.

Non era partito. Nessuno ci aveva pensato. Se n’era stato nella sala durante le nostre giocate. — Ecco, — disse Momina, — è colpa sua. Se ne vada, se ne vada...

Salimmo invece in topolino, schiacciati, in quattro. Non era facile liberarsi di lui, tanto piú che scherzava inviperito sulla iella comune e diceva: — Mi dovete un compenso. Stanotte la passiamo insieme.

Febo era di casa anche a Ivrea, e ci portò in un suo locale da carrettieri. — Bello, — disse Momina entrando. Passammo in una specie di retrobottega dove c’era una gran stufa rovente di terracotta, e l’oste, un omaccio coi peli nelle orecchie e il grembialone, ci si mise d’attorno a svestirci, riguardoso. — Mi raccomando, disse Febo.

Io guardavo Rosetta che si toglieva la giacca di leopardo. — Tutte le vostre pellicce insieme non fanno il pelo di quest’uomo, — bisbigliò Febo.

— Anche il nostro ingegnere sta bene, — disse Momina.

— Non sono il solo, — lui ribattè. — Che ne dite di Loris che non ci vede piú, dal pelo?... Come mai non è venuto anche lui?

Momina si voltò a Rosetta: — Un tempo Loris ti piaceva. Era cosí divertente.

— Per me, — disse Febo, — il pelo è una gran cosa. Me lo dite che cosa farebbe Loris se non avesse che il vizio? Avrebbe da


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