Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/370

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un sospiro, guardandoci con buonumore. — Anche quella, — disse. — Crede di far bene. Brutta cosa restare vedove.

Andammo fino alla stanza di Rosetta, che intravidi appena, bianca e azzurra, e la finestra in fondo. Nel corridoio Rosetta aprí l’armadio per mostrarmi un certo vestito che, secondo Momina, era stato sbagliato. Nell’armadio, dove si fermò il battente, intravidi un tulle celeste.

Quella casa, in fondo, mi piacque. La madre doveva tenerci, poveretta, quasi quanto alla figliola. Avevano una cameriera, contadinotta ma in nero e grembiulino: la madre non le lasciava far niente, ci serviva lei stessa. Momina s’era tolta una scarpa e fumava assorta, dentro la poltrona.

A una cert’ora arrivò il padre, entrò guardingo con gli occhiali in mano, le palpebre arrossate. Era un uomo color grigio-ferro, tutta la vita ce l’aveva nei baffi — di corpo tozzo, un po’ cascante. Ma in fondo agli occhi somigliava a Rosetta: guardava testardo, con impazienza.

Momina gli tese la mano dalla poltrona, col suo malvagio sorriso. A me balbettò qualcosa inchinandosi, gettò un’occhiata alla moglie. Era un uomo all’antica, si capiva, non un Morelli. Di passaggio toccò la guancia a Rosetta, una carezza, e lei scostò la testa, rapida.

Disse che non voleva disturbarci, ma che gli faceva piacere conoscermi. Ero io che venivo da Roma e che dirigevo questa nuova ditta? Una volta era Torino che apriva le filiali a Roma. — I tempi cambiano, — disse. — S’accorgerà che a Torino non è facile tenersi in piedi. Qui c’è stata la guerra.

Parlava a scatti, affaticato, convinto. La moglie gli portò una tazza. Lui disse ancora:

— Almeno a Roma lavorate?

Gli dissi di sí. Si guardò intorno. — Bisogna vestirvi, — disse. — Avete ragione. Il mondo è fatto per voi.

Tutte in piedi, adesso, lo guardavamo tenere la tazza. La moglie, grossa e paziente nel suo velluto viola, aspettava. Capii che era un vecchio, tollerato, e che soltanto il suo lavoro contava qualcosa per le donne. Capii anche che lui lo sapeva e ci era riconoscente di lasciarlo parlare.


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