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Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/507

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Salimmo il sentiero. Era uno scheletro di muri neri, vuoti, e adesso sopra i filari si vedeva il noce, enorme. — Sono rimaste soltanto le piante, — dissi, — valeva la pena che il Valino roncasse... La riva ha vinto.

Nuto stava zitto e guardava il cortile tutto pieno di pietre e di cenere. Io girai tra quelle pietre, e neanche il buco della cantina si trovava — la maceria l’aveva turato. Nella riva, degli uccelli facevano baccano e qualcuno svolava in libertà sulle viti. — Un fico me lo mangio, — dissi, — non fa piú danno a nessuno — . Presi il fico, e riconobbi quel sapore.

— La madama della Villa, — dissi, — sarebbe capace di farcelo sputare.

Nuto stava zitto e guardava la collina.

— Anche questi sono morti, — disse. — Quanti ne sono morti da quando sei partito dalla Mora.

Allora mi sedetti sul trave, ch’era ancora lo stesso, e gli dissi che di tutti i morti non potevo levarmi di mente le figlie del sor Matteo. — Passi Silvia, è morta in casa. Ma Irene con quel vagabondo... stentando come ha stentato... E Santina, chi sa com’è morta Santina...

Nuto giocava con delle pietruzze e guardò in su. — Non vuoi che andiamo a Gaminella in alto? Andiamoci, è presto.

Allora partimmo, e lui si mise avanti per i sentieri delle vigne. Riconoscevo la terra bianca, secca; l’erba schiacciata, scivolosa dei sentieri; e quell’odore rasposo di collina e di vigna, che sa già di vendemmia sotto il sole. C’erano in cielo delle lunghe strisce di vento, bave bianche, che parevano la colata che si vede di notte nel buio dietro le stelle. Io pensavo che domani sarei stato in viale Corsica e mi accorgevo in quel momento che anche il mare è venato con le righe delle correnti, e che da bambino guardando le nuvole e la strada delle stelle, senza saperlo avevo già cominciato i miei viaggi.

Nuto mi aspettò sul ciglione e disse: — Tu, Santa a vent’anni non l’hai vista. Valeva la pena, valeva. Era piú bella d’Irene, aveva gli occhi come il cuore del papavero... Ma una cagna, una cagna del boia...

— Possibile che abbia fatto quella fine...

Mi fermai a guardare in giú nella valle. Fin quassú non ero mai salito, da ragazzo. Si vedeva lontano fino alle casette di Canelli, e


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