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capitolo secondo 111

scandalo? Allora, lentamente alzandomi dalla sedia, e preso il cappello che avevo posato in terra, con una riverenza profondissima e con una voce tranquilla ma sicura, risposi: Éminence, ce ne sera pas ma faute.”

«E veramente da quel giorno le cose mutarono interamente, i negoziati corsero rapidi e la Corte di Roma operò di guisa che il Generale stesso dei gesuiti sciogliesse la sua milizia in Francia e ne acquetasse i discordanti clamori»1.

Il 23 giugno il Rossi partecipava ufficialmente al Guizot, per mezzo del signor De la Rosière, primo segretario dell’ambasciata di Roma, appositamente inviato a Parigi, che il Cardinale Lambruschini gli aveva fatto noto come la questione fosse stata risoluta nel modo desiderato dal governo francese: «la Congregazione dei gesuiti si disperderà da se stessa. I suoi noviziati saranno sciolti e non resteranno nelle loro case che gli ecclesiastici necessari a custodirle e che vivranno, per altro, come preti ordinari»2.

Il Moniteur del 6 luglio 1845 conteneva questo annunzio ufficiale, che produceva un grande effetto sul pubblico, tanto più grande quanto meno il successo era aspettato. L’indomani 7 luglio il signor De la Rosière ripartiva per Roma, latore di un dispaccio ufficiale che il Rossi doveva comunicare al Cardinale Lambruschini, esprimente la soddisfazione e i ringraziamenti del governo francese a quello pontificio e di una lettera particolare del Guizot al Rossi nella quale il ministro degli esteri di Francia eccitava il suo rappresentante a farsi rilasciare un documento scritto dal Cardinale Lambruschini, intorno all’avvenuto accomodamento; ciò che il Rossi abilmente ottenne.

Ma i gesuiti son sempre gesuiti: quindi, nell’eseguire gli ordini ricevuti dal loro Generale da Roma, frammettevano «denegazioni equivoche, procrasticazioni indefinite, sottili sotterfugi» per sottrarsi all’adempimento dei doveri che il loro capo si era imposto, in loro nome, al cospetto del Papa e di fronte al governo francese3.


  1. M. Minghetti, op. e loc. cit.
  2. Lettera di P. Rossi al ministro Guizot, in data 25 giugno 1845, nelle Mémoires del Guizot stesso, loc. cit, pag. 431.
  3. F. Guizot, Mémoires ecc., loc. cit., pag. 441.