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capitolo quarto | 175 |
Vincenzo Gioberti scriveva da Parigi lettere piene di entusiasmo per il Pontefice ideale da lui vagheggiato e profetato e eccitava Pier Silvestro Leopardi e Giuseppe Massari napoletani, Giuseppe Montanelli e Raffaele Lambruschini toscani, Roberto D’Azeglio, Lorenzo Valerio e Pietro di Santarosa piemontesi a coadiuvare, con la loro autorevole parola, i principi italiani nella loro opera riformatrice, e esortava i popoli della penisola a restare stretti attorno a quei principi, perchè potesse divenir salda la lega italiana sotto il gran Pio IX e a tenersi lontani dalle utopie repubblicane, le quali farebbero correre all’Italia il grave pericolo «che i nostri principi si spaventino, tornino indietro, si gettino nelle braccia dell’Austria, che farà ogni suo potere per atterrirli ed adescarli»1.
Giuseppe Mazzini, il 5 marzo, nove giorni dopo caduta la monarchia di luglio, raccogliendo intorno a sè trecento esuli italiani dimoranti a Parigi, fondava l’Associazione nazionale italiana, i cui intendimenti, per quanto non apertamente manifestati, erano - e non potevano non essere - repubblicani. «L’Italia una, libera, indipendente, fu» — scriveva il Mazzini — «l’unica formola scritta sulla bandiera dell’Associazione: cacciar lo straniero oltre l’Alpi, promuovere l’unificazione, preparare il terreno all’espressione pura, genuina, illuminata del popolo intorno alle sorti future e agli ordinamenti politici, fu lo scopo immediato proposto all’attività dei suoi membri»2. La formola eminentemente democratica del plebiscito, posta a fondamento di quella Associazione dal grande agitatore genovese e che due mesi dopo ebbe la sua esplicazione nel giornale mazziniano di Milano intitolato L’Italia del popolo, chiaramente palesava il riposto pensiero dell’istitutore di essa.
E il 10 marzo, per effetto della repubblica proclamata a Parigi, Pio IX fu costretto a riformare il suo ministero a metà laico e a metà ecclesiastico, formandone uno, sotto la presidenza del Cardinale Giacomo Antonelli, per due terzi laico e per un terzo
- ↑ Lettera di V. Gioberti a Giuseppe Massari, in data 25 febbraio 1848, nel volume Operette politiche, 1847-1848-1849, di V. Gioberti, con Proemio di G. Massari, nella raccolta Documenti deíla guerra santa d’Italia, Capolago, tip. Elvetica, Torino, Libreria patria coeditrici, 1851, pag. 27.
- ↑ Scritti editi ed inediti di G. Mazzini, già citati, vol. VI, pag. 165 e 169 e seg.