Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana I.pdf/257

Da Wikisource.

capitolo quinto 249

    Considerando essere arguente di provvedere al ristabilimento dell’ordine e della sicurezza dei cittadini, non che di riaffermare la disciplina dei corpi militari e di distribuire le guarnigioni secondo le necessità politiche delle diverse provincie:

    Considerando che le provvidenze opportune ed efficaci sono da prendersi sulla faccia dei luoghi a causa perfettamente coprii ita; Opina:

    1° Doversi pregare il signor ministro della guerra ed il signor Conte Gamba1, onde si rechino quali commissari straordinari e con tutti i poteri che spettano, in casi urgenti, alla potestà esecutiva ed amministrativa nelle legazioni di Ferrara, Bologna e Ravenna e nella delegazione di Ancona;

    2° Doversi ordinare a tutte le autorità locali, sì civili; si militari di quelle provincie di conformarsi alle disposizioni che i signori commissari saranno per prescrivere e di prestar loro pronto ed efficace concorso;

    3° Doversi pregare il signor Duca di Rignano di incaricarsi provvisoriamente del portafogli delle armi, durante l’assenza del signor Tenente generale Zucchi ministro delle armi;

    4° Sua Eminenza il signor Cardinale presidente del Consiglio è pregato di umiliare al Santo Padre il parere del Consiglio e di chiederne l’approvazione sovrana, onde il ministro dell’interno possa puntualmente porlo ad esecuzione.


Tutta questa relazione, estesa in un foglio di carta, piegato a metà e in colonna, è scritta in tre colonne e tutta di carattere del Conte Pellegrino Rossi. A margine della terza colonna, e precisamente di fianco all’articolo quarto ed ultimo, sono apposte le firme autografe de’ ministri presenti a quel Consiglio, nell’ordine seguente:


Nella prima colonna, a margine, e precisamente a fianco del primo articolo della relazione, è scritto di mano del Papa:

Approvato.

P. PP IX2.


  1. Il Conte Ippolito Gamba, deputato del I collegio di Ravenna.
  2. Dalle Miscellanea politica 1846—1849 esistente nell’Archivio di stato di Roma, busta 35, copertina 331.