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CARABINIERI PONTIFICI


comando la compagnia scelta


Roma, li 14 novembre 1848.

Vincenzo Carbonelli, nativo di Napoli, di anni 28 e Gennaro Bomba, nativo di Lama, regno di Napoli, di anni 32.

Bossi, Capitano.

(Sigillo)


Partono da Roma per portarsi in Civitavecchia li due sott’ufficiali maresciallo Luparelli e brigadiere Cecio e carabiniere Tomassetti i quali servono di scorta a due detenuti, onde per ordine del superiore Governo siano sull’istante mandati alle loro patrie.

Il Comandante la Compagnia

Bossi, Capitano.

Tutto questo scritto è di carattere del capitano Bossi: sotto di esso, di mano del tenente Bedini è scritto:

Civitavecchia, 15 novembre 1848.

      Visto arrivare in questa città il signor maresciallo Luparelli coi suddetti due detenuti, che sono stati consegnati alla Polizia.

Comandante la Tenenza
Bedini.


(Sigillo)


E siccome il Carbonelli era condannato a morte nel reame napoletano, così ne risultava che, riconsegnato che egli fosse alle autorità borboniche, sarebbe stato indubbiamente appiccato o fucilato.

Onde è facile arguire come quell’arresto e quell’estradizione portassero l’esasperazione degli animi dei liberali al massimo grado, la quale poi crebbe, allorquando il ministro Rossi, quasi in atto di sfida, il giorno 14 novembre, dopo aver passato egli stesso in rivista i quattrocento carabinieri1 nel giardino del Belvedere, li fece sfilare in colonna lungo le vie principali di Roma e per il Corso fino a piazza del Popolo.


  1. Angelo De Andreis, vicebrigadiere dei carabinieri, che nel 1848 era al protocollo del comando di quell’arma, fa ascendere il numero dei carabinieri presenti in Roma a quei giorni a quattrocento (Processo cit., foglio 5405 a 5407): Domenico Baraldi, maresciallo dei carabinieri, che era a Roma nel novembre, agli ordini del colonnello Calderari, li fa ascendere a seicento (Processo cit., foglio 5407 a 5410).