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molti ne inseriva nella Revue Française, che gli era stata aperta dall’amico duca De Broglie, da lui conosciuto a Coppet, presso la baronessa De Staël, e parecchi nella Bibliothèque Universelle de Genève, nella Revue des Deux Mondes, nella Revue de législation del signor Wolowsky.

Cosi egli richiamava più che mai su di sè l’attenzione delle persone colte e degli eruditi non solo di Ginevra, ma delle altre parti dell’Europa civile. Negli Annali - secondo uno dei suoi più autorevoli biografi, il Reybaud - «il Rossi formava i fondamenti dei principî direttivi della legislazione, che non bisogna confondere con i principi generali e filosofici del diritto. Là avvi una indicazione preziosa: sfortunatamente non è che una indicazione. L’autore (il Rossi) ha avuto nella sua carriera parecchie di queste buone occasioni troppo neglette: egli si contenta di emettere un’idea e la abbandona a metà cammino, senza darsi la briga di trarre da essa lo svolgimento di cui era suscettibile»1.

Gli Annali di legislazione e di giurisprudenza, che avevan preso poi il nome di Annali di legislazione e di economia politica, per effetto dei moti politici italiani del 1820-21, erano venuti in uggia al principe di Metternich che faceva molestare il periodico dai censori politici di Ginevra; onde i quattro illustri redattori, piuttosto che sottostare a quelle persecuzioni, soppressero la pubblicazione.

Per tutti questi fatti, crescendo ogni di più il pubblico favore, Pellegrino Rossi ebbe dal governo cantonale di Ginevra nel 1820 il diritto di cittadinanza, e nel maggio dello stesso 1820 si univa in matrimonio con una gentile ginevrina di famiglia protestante. Carolina Melly, la quale gli recò una dote, che diede a lui una modesta agiatezza; e per contrarre, lui cattolico, tale matrimonio domandò la dispensa da Roma e la ottenne gratuitamente, per la benevola intromissione di monsignor Gamberini, che era stato già suo amico e competitore nel foro bolognese quando era l’avvocato Gamberini e che, più tardi, diverrebbe il cardinale Gamberini2.


  1. Louis Reybaud, loc. e art. cit. Cfr. con De Mazade, art. cit, e con H. Baudrillart, loc. cit., e G. De Puynode, art. cit.
  2. Alph. Curtois, Études sur la vie et les travaux de P. R., art. cit.; C. Lozzi, art. cit.