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capitolo sesto 307

commettono essi impunemente assassini! a loro beneplacito; il capriccio e la violenza sono la loro legge» ecc.1.

Quelle accuse che tanto cuocevano ai cuori dei patriotti o che muovevano a indignazione il Pallavicino e il Casati, ripetute su tutti i toni, in tutte le lingue, specialmente nella francese, per opera degli storici libellisti D’Arlincourt, Balleydier, De Breval, Lubienscki e De Saint-Albin, penetrarono perfino nelle storie scritte da uomini seri e spassionati. Cosi il generale Schönals, autore di un libro, importante sotto il punto di vista militare, sulle guerre del 1848-49, parlando di Pellegrino Rossi e del suo ministero, scriveva: «Prima liberalissimo, cattolico e professore, poi protestante, e di nuovo cattolico. Conte, pari di Francia e ambasciatore a Roma, quest’uomo straordinario conosceva il forte e il debole del Papato, ed era, forse, il solo, che, per la gagliardia del suo carattere e del suo spirito, avesse potuto tener testa al Mazzini. Ma il vecchio della montagna non esitò punto sui mezzi di attacco contro il suo temibile avversario. Quando il Rossi, benché prevenuto, sali arditamente i gradini del Campidoglio per aprire l’Assemblea nazionale, fu ferito da un assassino con un colpo di pugnale nel petto e spirò subito. Quantunque attorniato di soldati e di guardie civiche, il feritore riuscì a fuggire»2.

Così le calunnie insinuate, li per li, negli immediati racconti del signor d’Harcourt e del corrispondente dell’Univers, si erano diffuse, erano penetrate nella coscienza pubblica e vi avevano prodotte le prime e profonde impressioni desiderate; poi avevano trovato alimento fruttifico nei commenti esagerati tessuti sopra un isolato atto di gioia o di approvazione, avvenuto a Livorno, per quella uccisione, e sui vanti che alcuni perversamente sciocchi si diedero di aver compiuto quell’omicidio.


  1. Lettere ad Antonio Panizzi di nomini illustri e di amici italiani, pubblicate da Luigi Fagan, Firenze, Barbèra, 1880; Lettera di Gabrio Casati da Torino, in data 5 dicembre 1848 (pag. 195), e altra dello stesso, parimente da Torino, in data 12 gennaio 1849.
  2. Souvenirs d’un vétéran autrichien sur la guerre d’Italie dans les années 1848-1849 par le général Schönals, traduit de l’allemand par Rodolphe De Steiger, Paris, Librairie militaire de J. Corréard, 1834, tomo II, pag. 183, L’avveduto lettore avrà scorto da sè le varie inesattezze in cui cade l’autore relativamente al Rossi, e come egli creda che l’assemblea dei deputati si riunisse al Campidoglio, ecc. Cfr. con T. Flathe, op. cit., lib. III, cap. II, pag. 881.