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88 | pellegrino rossi e la rivoluzione romana |
fari, relazioni «mirabili e che lo collocano ad un’altezza indiscutibile in lavori di questo genere»1.
Certo egli non era a Parigi così energicamente attivo lavoratore come lo era stato a Ginevra: ma, nondimeno, l’operosità del suo spirito, sempre ansioso di nutrirsi di nuovi studi, di assimilarseli e di esprimere ed affermare il proprio pensiero nelle principali quistioni giuridiche, storiche, politiche e sociali, si manifestava nelle lezioni che egli dava al Collegio di Francia e alla Scuola di diritto e nei vari articoli importantissimi che veniva pubblicando nelle principali riviste e molti dei quali, ricchi sempre di idee profonde e spesso di vedute nuovo, si possono leggere, con piacere e con profitto anche oggi, nei due volumi dei Mélanges d’économie politique, d’histoire et de philosophie i quali, se si fossero raccolte con maggiore amore e con più sollecita cura le tante sparse scritture di lui, avrebbero potuto essere quattro, anzi che due soli volumi, e ugualmente cari ed utili agli studiosi.
Ora il Rossi viveva vita agiata e tranquilla a Parigi e frequentava le conversazioni dei suoi amici dottrinari ed era in grande intimità più specialmente col De Broglie e col Guizot. Quanto meno egli piaceva alla folla e tanto più, invece, fulgeva in quei saloni, fra i visitatori dei quali esso addiveniva un vero conquistatore di anime. Il suo sapere, la sua eloquenza, il suo tatto, il suo spirito gli procacciavano numerosi ammiratori e fidi e sinceri amici. Al Guizot specialmente egli seppe, fin da quel tempo, inspirare così alta stima e così profonda fiducia, che da allora data non solo la loro intrinsechezza, ma la collaborazione quasi del Rossi nella politica del Guizot e della quale si hanno così numerose e notevoli traccio e negli otto volumi delle Memorie del Guizot stesso e nel libro del D’Haussonville2.
Nel novembre del 1837 un regio decreto lo confermava definitivamente nella cattedra di diritto costituzionale alla Scuola di diritto3.
- ↑ A. E. Cherbuliez, nel citato articolo del 1819 e G. De Puynode, art. cit.
- ↑ Histoire de la politique extérieure du Gouvernement français, 1830-1848, par M. O. D’Hauussonville, Paris, Michel Levy frères, 1850.
- ↑ L. Garnier, art. cit.