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capitolo decimottavo 7

Alessandro di Clemente Testa, romano, di anni 32, cacciatore, arrestato li 11 febbraio 1860, poi dimesso il 30 settembre detto anno e, quindi, di nuovo arrestato il 18 giugno 1853.

Giuseppe di Angelo Caravacci, alias Mecocetto, romano, di anni 20, negoziante di pellami, già esistente in carcere per altra processura.

Cesare del fu Luigi Díadei, di Albano, di anni 28, vetturino, già esistente in carcere per altra processura.

Ruggero del fu Michele Colonnello, da Napoli, di anni 60, equitatore, condannato già per altre cause.

Bernardino di Giacomo Facciotti, da Palestrina, di anni 34, ebanista, condannato già per altre cause.

Filippo Facciotti di lui fratello, di anni 30, ebanista e pure già condannato.

Giuseppe di Giosafatte Giovannelli, da Pofi, di anni 40, calzolaio, arrestato il 14 gennaio 1863.

Filippo del fu Domenico Capanna, romano, di anni 43, possidente, già condannato per altre cause.

Innocenzo del fu Filippo Zeppacori, romano, di anni 29, pescivendolo, già esistente in carcere per altra processura.

Giuseppe del fu Luigi Fabiani, alias Carbonaretto, da Rocca di Papa, negoziante di carbone, già condannato per altre cause.

Filippo di Vincenzo Bernasconi, romano, di anni 28, sartore, già condannato: Ed altri assenti e contumaci.

E qui, a pagina 3, comincia il Prospetto della causa sulla base degli atti.

Ora, prima di entrare nell’esame critico di questa Relazione del Giudice Istruttore avvocato Laurenti, occorre che io richiami l’attenzione dei miei lettori su ciò che dissi nel Capitolo XVI di quest’opera1 quando istituii un parallelo fra i metodi seguiti nella procedura dai due Giudici Istruttori Cecchini e Laurenti.

Questa causa era una causa eminentemente politica e di suprema importanza, nella quale erano impegnati il decoro,

  1. Vedi Capitolo XVI nel II volume di quest’opera.