Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana III.pdf/223

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dediti alla mercatura e al commercio; il circolo popolare pel basso popolo; v’erano anche circoli militari.

Non è dunque da meravigliare che anche i legionari rimasti in Roma, dopo la ricomposizione della Legione stessa che sotto il comando di Galletti andò nelle Romagne, e che non la seguirono o perchè non volevano far parte di truppa assoldata, o perchè non piaceva il comandante, si unissero fra loro e per associare i cadaveri di qualche commilitone, e per istabilire una società di mutuo soccorso, e per aver la medaglia dal Municipio; e per ricostituirsi ancora in battaglione. E qui prego di avvertire che non è il Grandoni che presieda, che domini, che diriga, come si è voluto malignare; l’idea di Grandoni non può scindersi da quella di Pietro De Angelis, di Ruspoli, di Giovanni Costa, di Belli e di Buti. Fin dalle prime sessioni fu creato presidente il Ruspoli, presidenza che esso non abbondonò mai. Consiglieri erano col Grandoni, Costa e Belli.

Da alcuni appunti rinvenuti al Grandoni sulle riunioni, si ha che fin dal secondo Congresso del 22 settembre alla Filarmonica s’incaricarono i deputati Costa, Grandoni, Lopez, di andare dal Generale della civica, onde informarlo dello scopo delle riunioni (tanto la cosa voleva farsi nei modi legali) e nel terzo Congresso ai 27 settembre nel teatro Capranica si rileva dagli appunti medesimi, cui si deve credere, perchè fatti in tempo non sospetto, che i deputati notificarono di essere stati dal Generale e di aver avuto assenso per le riunioni, purchè ciascuno dei Legionari presti il servizio ai rispettivi quartieri civici.

Il Buti, cantante e componente il Consiglio, fu quegli che s’incaricò di trovare il locale delle riunioni, prima alla Filarmonica e quindi al Capranica. Il teatro veniva aperto da taluni inservienti del luogo che ne avevano in custodia la chiave; l’accesso era libero a tutti. Il Grandoni ha sostenuto che esso non ha mai solo presieduto alle riunioni; ma sempre in unione di Costa, di Belli, di Ruspoli le cui idee sono indivisibili; e comunque a questi sia piaciuto di dire esservi stati chi soltanto due, chi tre volte, è un fatto constatate da tutti i Legionari esaminati in Causa, anche in aspetto di testimoni, che Grandoni non è stato mai il solo a dirigere le riunioni, ma sempre è stato veduto in compagnia dei suddetti. Nessuno parla che là si cospirasse all’eccidio del Ministro Rossi; e sarebbe stata una scempiaggine il supporre che si volesse in pubblica assemblea, a porta aperta, con l’ingresso libero a qualunque estraneo, trattare di siffatte materie; mentre poteva chiun-