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234 il processo di pellegrino rossi

società summentovate, ed il circolo, non solo un gravissimo ostacolo allo sviluppo de’ loro disegni, ma minacciata altresì la esistenza delle loro stesse associazioni, impresero a cospirare per prima cosa contro il Rossi, onde spianarsi la via alla rivoluzione, e si dettero quindi a farlo cadere dalla pubblica estimazione col discredito, e colla diffamazione, spargendo colla stampa, e nel popolo delle voci, che gli addebitavano ogni enormezza. Ma quando lo videro fermo e tenace nel suo proposito, quando meglio conoscendo la sua forza di carattere, videro tornar vano questo mezzo; quando fatti accorti, che le loro proclamazioni erano per divenire una merce senza credito presso la maggioranza della Camera; e che per la riputazione che il Rossi godeva era impresa ben ardua il conquiderlo nei Consigli, si volsero ad insidiargli la vita, risultando per detto non solo di un rivelante, ma di più per prova testimoniale, che a questo tendessero le macchinazioni di tutte e tre le società, per cui avvedutisi i capi cospiratori dell’identità in esse dello scopo, e dei mezzi, pensarono di fonderle in una sola, sotto la direzione dello Sterbini e del Brunetti, onde agissero così di concerto con un centro di esecuzione.

Considerando, che mentre nelle maniere sopradiscorse cospiravasi in Roma contro la vita del Rossi, ed al rovescio del Pontificio Governo, giungevano allo stesso Ministro notizie, che nel Congresso tenuto a Torino il 10 ottobre, in cui interveniva eziandio lo Sterbini, si fosse stabilito di allontanarlo ad ogni modo dal Ministero, che troppo, ed essenzialmente avversava il progetto federativo da loro pubblicato di poi il 27 dello stesso mese; e che in altro congresso tenutosi successivamente in Toscana dal Ministero, figlio dei moti di Livorno, a cui prendeva parte lo Sterbini, e vuoisi ancora Giuseppe Galletti, si fosse deciso altrettanto. In conseguenza di che udivasi ripetere dal Montanelli essere la politica del Pontefice funesta all’Italia, ed egli stesso venuto in Roma in quel tempo le prediceva grandi ed imminenti avvenimenti; e lo Sterbini infine tornato dai congressi sollevava più furiosamente la voce alle associazioni, scuoteva e preparava alla tremenda catastrofe i già disposti animi delle turbe, e nel Contemporaneo fra le calunnie, che gittava contro il Ministro, fra la diffidenza, che spargeva anche su i Deputati, della fede de’ quali mostrava di dubitare, minacciava al Rossi la caduta fra gli scherni, e le risa del popolo, facendolo segno all’odio pubblico, alla pubblica vendetta.

Considerando che se da un canto le ingiurie, e le minacce della fazione venivano dal Rossi ricevute con lo spregio, è bensì vero