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244 il processo di pellegrino rossi

suo collaboratore impiegavano il Costantini, ed il Ranucci in qualità di assistenti, e questi coll’esagerare l’opera de’ giornalieri, e coll’accusarne un numero sempre maggiore del vero, appropriandosi tanto denaro fino alla somma di scudi sette per giorno, destarono i rimarchi di altri invigilatori, che non desistevano dall’ammonirli, e dal farne rapporto allo Sterbini; ma essi all’incontro minacciando costoro nella vita, dichiaravano aver con loro la macchinetta del rossi alludendo al ferro che l’uccise, e millantavano non poter lo Sterbini far loro opposizione pei vincoli troppo forti, che insieme li univano, per avere appunto insieme salvata la patria, liberandola dalla tirannia del Rossi. Ed avveniva infatti che lo Sterbini non solo non oppone vasi al furto, ma pochi dì appresso invece rimosse l’indiscreto, che promuoveva il rilievo. Le quali cose tutte restando provate con deposizioni di molti testimoni, rivelano apertamente quanto di delittuoso intercedesse fra l’uno e gli altri in piena armonia di tutte le altre processuali risultanze, e danno un saggio altresì dello scopo finale, cui tendeva la fazione.

Considerando come il Costantini in prezzo dell’opera da lui resa, oltre le accordategli rubberie di Tor di Quinto, venisse quindi promosso al grado di ufficiale nella Legione Masi, e poco dopo il Brunetti, ed il Guerrini lo assunsero a compagno nel recarsi in Toscana a promuovere colà la unificazione con Roma.

Considerando, che il Costantini nella coscienza del commesso delitto, caduta appena la Repubblica, fuggiva da Roma coi Brunetti, e col Garibaldi; ma mentre di poi col Neri tentava in Ancona l’imbarco per l’Estero, veniva ivi arrestato insieme al compagno.

Considerando come egli ad allontanare da sè le conseguenze penali del misfatto durante la formale discussione della causa, facesse dimanda d’impunità, che non essendogli stata accordata, variava quindi contegno ammettendo talune circostanze, ed accusando quai principali Mandanti dell’assassinio lo Sterbini, il Guerrini, il Salvati.

Considerando, che tutte le discorse risultanze, mentre inducono una compiuta morale convinzione sulla colpabilità del Costantini, lo chiariscono altresì nelle maniere più manifeste, come uno dei principali correi dell’Omicidio.

Cosiderando sul conto di Ruggero Colonnello esser egli ben noto qual abituale Cospiratore fin dalla sua prima giovinezza, contro il Governo di Napoli, e di Roma, per cui subiva condanne anche della galera perpetua, come nel 1844 per cospirazione insieme a Giuseppe Galletti ed altri. E conseguita la libertà in forza della Amnistia