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48 il processo di pellegrino rossi

Dove poi il Processante Relatore raggiunge l’apice della insinuazione gratuita è al § 528 nel quale scrive: Dal congresso ove si erano recati da Roma il Mamiani, lo Sterbini, Michelangelo Pinto ed altro signore pur contumace, tornati in Roma si posero i due primi sul seggio ministeriale rapito al Rossi con un assassinio.

La quale considerazione se, dalle emergenze degli atti processuali, era al Laurenti dato di fare per ciò che riguardava lo Sterbini, contro cui un nembo di accuse in gran parte generiche, ma in parte, anche specifiche egli aveva visto addensarsi in processo, era gratuita e iniqua insinuazione rispetto al Mamiani, il quale, appena tornato da Torino a Genova era caduto non lievemente inalato e vi rimase fino a sette od otto giorni dopo la uccisione del Ministro Rossi e contro il quale nessuna, anche più vaga accusa, si trovava in processo, tranne quella di essersi trovato il 2 maggio 1848 fuori di porta del Popolo al pranzo del pesce fritto e del giuramento dei pugnali, dove per altro lo vide il solo lenone impunitario, smentito completamente da tutti i sedici testimonii dal Giudice Laurenti in proposito interrogati.

Nel riferire al § 564 la deposizione di Francesco Annessi, il quale attestava che il Dottor Pietro Quintili gli aveva preannunciata la uccisione del Ministro Rossi innanzi che avvenisse, il Relatore adopra la solita falsificazione, facendo dire al testimone le parole: mi espresse un giorno che sarebbe quel Ministro stato ammazzato il 15 novembre, mentre l’Annessi aveva detto mi disse il 14 novembre prima della uccisione del Rossi, che il 15, all’apertura della Camera, questi sarebbe stato ammazzato.

La differenza è grande e i lettori vedranno fra poco tutta la importanza della differenza stessa.

Al § 558 il Processante Relatore sente il bisogno di invocare anche la testimonianza della storia e indovinino un pò i lettori a quali autorità storiche ricorre il Relatore Laurenti, che non aveva avuto tempo di scorrere il Rinnovamento del Gioberti?..

Al D’Arlincourt e al Balleydier; due reazionari libellisti, affastellatori di insinuazioni e di menzogne e i quali oggi