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capitolo decimottavo 47

trarre dal § 521 al 529 dalle voci corse e dei si diceva e si disse messi fuori da alcuni testimoni a proposito del Congresso federativo, indetto da Vincenzo Gioberti a Torino, al quale andarono quali rappresentanti dei Circoli di Roma Carlo Luciano Bonaparte Principe di Canino, il Dottor Pietro Sterbini Direttore del Contemporaneo e il Conte Terenzio Mamiani e il Dottor Michelangiolo Pinto, redattori dell’Epoca e del Don Pirlone? ...

Coi suoi soliti intarsii, messi insieme quei generici corse voce e si disse e, riprodotti alcuni frammenti di posteriori articoli di quei tre giornali, il Relatore Laurenti si industria di stabilire una connessione fra il successivo omicidio Rossi e le discussioni e le deliberazioni di quel platonico ed accademico Congresso nel quale, intorno alla luminosa figura di Vincenzo Gioberti, si raccolse il fiore del patriottismo e dell’ingegno italiano il Mamiani, il Casati, il Mauri, il Maestri, il Giulini, il Correnti, il Broglio, il Durini, il Castelli, il Romeo, Pier Silvestro Leopardi, Silvio Spaventa, Francesco Perez, Giambattista Giorgini, Francesco Ferrara, Giuseppe Massari, molti dei quali già illustri allora, primeggiarono poscia nella storia dell’italiano risorgimento per carattere, onestà e integrità di opere, per durate prigionie e sofferti esilii e per grandi servigi resi all’Italia.

Ora il Processante Relatore su quei si disse e corse voce e su quei frammenti di articoli posteriori si sforza di stabilire, a modo suo, una connessione fra quel congresso, ripeto platonico, ma nobilissimo, e l’omicidio Rossi, calunnia ripetuta nel 1849 e nel 1850 da tutti i giornali reazionarii di Europa e raccolta dal Padre Bresciani nell’Ebreo di Verona e che fu schiacciata da quel terribile rivoluzionario rosso e comunista che fu il chiaro ed onorando Giuseppe Massari nel suo Proemio alle Opere politiche del Gioberti, il quale Gioberti era grande ammiratore, amico e difensore di Pellegrino Rossi, come il Relatore Laurenti avrebbe potuto sapere solo che avesse dato una scorta al Rinnovamento Civile degli Italiani del Filosofo Torinese, posa che avrebbe dovuto fare, dappoichè voleva fare il processo a tutta la rivoluzione italiana del triennio 1846-49.