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capitolo decimonono 85

Brunetti narrò di che si trattava, onde il Guerrini, volgendosi a lui Costantini disse: Già ... si sa ... non sarai, al caso, una creatura: al mondo quel che si vede si vede e quel che si sente si sente, diversamente chi la c... se la mangia e poi e poi... E qui il Guerrini si arrestò: e lui rivelante ad affannarsi a fare intendere al Guerrini che lui Costantini non poteva dir niente di nessuno. .. e in poche parole, anche nel caso diverso gli promise che si sarebbe taciuto.

«Trattenendomi in questo luogo — continua a scrivere Sante Costantini — sentii che il Guerrini, mentre erano presenti il Ranucci, il Testa e il Pennacchini, avendo appreso come fosse stato trafugato Luigi Brunetti, rimproverò aspramente Ciceruacchio, ingiungendogli che bisognava con tutti i mezzi non dar motivo alcuno a sospetti sulla persona del figlio e bisognava all’istante farlo ritornare e che, insomma, bisognava lavorarla con grande pulizia, che, magari, potendo, si facesse ogni sforzo, perchè, lanciati all’uopo anche altri sospetti, si confondesse e si offuscasse la verità. E qui seguitò dire altre cose che non rammento, tutte analoghe presso a poco al discorso: alle quali parole sentii che Angelo Brunetti gli rispose che già si era pensato di mandare a riprender suo figlio Luigi e che, al proposito, aveva dato la commissione a un tal vetturino che udii nominare Langricchia. Il luogo poi dove lo trafugassero non lo so.

«Poco dopo lui rivelante, fatti i complimenti, se ne andò e prese per la Via Condotti, versò il Caffè Nuovo per trovare il Focolari, a fine di andare dal Principe Borghese. Dopo qualche ricerca, lo rinvenne e, passata con lui il resto della giornata, verso mezz’ora di notte, si avviarono al palazzo Borghese e, all’angolo del Caffè Nuovo, videro traversare la dimostrazione nella quale notò Luigi Brunetti, i fratelli Pennacchini, Medori, Neri, Selvaggi, Testa e Ranucci. Ma lui e il Focolari non si trattennero e si recarono all’appuntamento. Attesero che Sua Eccellenza terminasse da pranzo: poi il Principe venne e si scusò che stante la giornata inquieta, egli non si fosse rammentato di dare ordini al Maestro di casa: tornassero da lui la mattina seguente: impreteribilmente li avrebbe favoriti, scuse e complimenti