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14 MARIO RAPISARDI

la misura della politica e della morale italiana in questa agonia del secolo.

I partiti si scindono, si suddividono, si sminuzzano in un bulicame di esseri anfibi che lottano e s’addentano l’uno con l’altro; tutti vogliono tutto; l'egoismo è lo stato, il tornaconto è l’ideale. Da per tutto l’impotenza che coccoveggia il potere: unica leva l’ambizione, unica arma l'insidia. La politica si muta in casistica di teologanti; la morale in esercitazione di retori; la legge in cavillazione di legulei; l’arte e la letteratura in raffinatezze smancerose e voluttuose di dilettanti e di rimbambiti; le vecchie Muse, rimbellettate e rimpiccicottate, colanti tutte di bava e di sanie, hanno imparata l’alta scuola nei casini e l’insegnano ai ragazzi stemprati dall’amor solitario e agitati da un erotismo infecondo. La critica minuziosa, espressione ultima dell’ingegno e del carattere della borghesaglia putrefatta, s’è impadronita di tutte le manifestazioni della vita. I vermi trionfano.

Ricostituiamo i partiti, si grida. Illusione o frode. Per ricostituire i partiti bisogna ricostituire i caratteri. I partiti si sono disgregati e disfatti, perchè i nostri uomini politici non hanno più fede in un ideale qual sia: mancano cioè di carattere. Senza fede in un alto ideale di libertà e di giustizia sociale, senza la virtù del sacrificio di tutte le proprie forze a questo fine, ogni ricostituzione di partiti è un sogno. Si avranno fazioni e sètte, tutt’al più; mobili gruppi d’indivi-