Così fuggendo le ingiustizie e l’onte
Fino all’ultimo lido oceanino,
Chinasti, Alberto, la tradita fronte
40Al reo destino.
Ma se il funesto error piangemmo assai
Contemplando d’Italia il lungo scempio,
Deh non si vegga rinnovar più mai
44Il tristo esempio!
Non più a turbarne la vittoria intera
Rieda il dissidio a lacerarne il seno,
E i petti attoschi l’infernal Megera
48Col suo veleno:
Nè torni più malaugurata l’ora
Che insana febbre il nostro senno offenda,
E d’Aspromonte la sinistra aurora
52Mai più non splenda,
Quando la Libertà la fronte afflitta
Chinò, sclamando nella sua paura:
La vittoria non men che la sconfitta
56È una sventura!