Pagina:Percoto - Sotto l'Austria nel Friuli, 1918.djvu/44

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composta nella sua apparente impassibilità lasciò che il dottore la esaminasse accuratamente e discorresse lungamente nel suo dotto tedesco con lo zio, senza mai aprir bocca. Egli suggeriva un altro tenore di vita, cioè una vita di moto e di svago, e soprattutto dei viaggi o qualche stabilimento di bagni. Ma dove condurla in quel momento di terribile agitazione politica? In Italia ardeva la guerra e le vie presentavano poca sicurezza; era dunque luogo poco adatto, specie per lei che tanto abborriva ogni sorta di trambusti. Al barone si presentò subito al pensiero l’idea della Capitale e degli eleganti bagni di Baden, ai quali avrebbero potuto recarsi ogni giorno col mezzo del vapore, per le quali corse ella aveva in altri tempi mostrato tanto gradimento. Ma la giovinetta si turbò profondamente, e giungendo le mani supplicava: — Oh! a Vienna no!... Fucilano a Vienna!... — Ed atterrita da feroci immagini di sangue, divenne bianca smorta e tale un fremito le si diffuse per tutta la persona, che ben compresero essere necessario scegliere altro luogo. Quando, partito il dottore, ella fu sola con lo zio, che appoggiato alla spalliera della dormeuse la stava contemplando con accorata tenerezza, ella gli prese la mano e coprendola di baci, esclamò:

— Oh mio buon padre, per pietà, salvatemi voi!

— Ma che posso io fare per te? Parla, angiolo mio! — le rispondeva il barone. E chinandosi sovr’essa aspettava coll’anima sospesa che gli chiedesse magari il suo sangue.

— Andiamo via di qua! — diss’ella — andiamo a vivere nella nostra romita villetta sulle sponde del Natisone. La pace dei campi e l’aria balsamica che vien giù con le acque limpide del torrente mi guariranno!