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Pagina:Percoto - Sotto l'Austria nel Friuli, 1918.djvu/79

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tire senza salutarla e ringraziarla. Mamma! o mamma, perché non venite a darmi la vostra benedizione prima che vada all’altare? Io ero una poverina, nuda e abbandonata da tutti, ed ella mi raccolse e m’insegnò a guadagnarmi onoratamente il pane. Se Vigi oggi mi sposa, è in grazia di lei.... Oh, voglio vederla! Tutti mi han perdonato: perfin l’Oliva. Anch’ella deve perdonarmi. Son tornata a pregare il Signore.... Era tanto tempo.... Ah! la testa mi gira.... non reggo più.... Ma perché tutte quelle candele accese? E una croce nera? Questo corteo non è da nozze.... Per carità, non pregate in tono così lugubre! —

Quand’era proprio in fine, parve ritornasse in sé, perché volle baciare il Crocifisso e disse alla Lisa:

— Prega per me, che già sono moribonda! — Poi vedendo l’Oliva che piangeva, scosse la testa, e: — Non piangere, che ormai la morte è un bene per me. Finisco di patire! — E di lì a poco, stendendole la mano: — Quando sarò sottoterra, ti ricorderai qualche volta di me, non è vero, Oliva? Ma.... senza rancore! —

Oliva straziata si chinò sopra di lei, e, più con le lagrime che con le parole, le disse tutto il suo affetto e tutto il suo dolore; e avrebbe voluto stringerla al seno, ma non osò temendo le restasse fra le braccia. Il sacerdote vide l’amore profondo che legava per sempre quelle due povere anime purificate dal dolore, e ripensando all’odio che prima le aveva divise, esclamò commosso volgendo gli occhi al cielo:

— Grazie a te, buon Dio, che nella tua misericordia confondi l’opera crudele dei nostri nemici che hanno seminato l’odio, diviso i fratelli dai fratelli.... Oh! sì — soggiunse con calore rivolto alle due sventurate — sì, figliuole, i nostri cuori sono fatti per amarci