Pagina:Perini - Trento e suoi contorni, 1868.djvu/160

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AFFRESCHI E DIPINTI




        Nello interno de’ templi e degli edificii, sulle pareti esterne delle antiche case di Trento appariscono tuttora pregevoli vestigia, che persuadono quanto le belle arti fossero estimate dai nostri progenitori. Qua e là si ammirano stupendi ricordi del magnifico cinquecento, che dobbiamo più che mai allo splendido Bernardo Clesio, il quale chiamò a Trento parecchi artisti di gran valore commettendo loro di fregiare colle decorazioni e cogli affreschi i varii edificii de’ quali fu autore o ristauratore. La più parte de’ pezzi artistici, come sarebbero le statue che adornavano lo interno del Castello del Buon Consiglio andarono dispersi, e non restano al presente che alcuni affreschi sulla vòlta della scala, e sulle pareti in varii luoghi dei cortili interni, i più eseguiti da Gerolamo Romanino. All’epoca del Clesio e sotto il suo successore il Cardinale Madruzzo, oltre il Romanino diedero saggi dell’arte loro in questa città Tiziano Vecellio, Alessandro Buonvicino, detto il Moretto, Domenico Ricci chiamato il Brusasorci, Leandro da Ponte detto il Bassano, Giovanni Battista Morone, e più tardo il nostro Lampi, il Cignaroli, il Loth, il Nuvolone ed altri de’ quali troviamo dipinti nelle chiese e nelle famiglie de’ doviziosi privati.

Oltre gli affreschi del Castello osservansi sulla fac-