Pagina:Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole nel Tirolo meridionale (1805).djvu/117

Da Wikisource.


Quartiere di mezzo.


L

A Pieve di Cloz segue dopo l’accennata giurisdizione di Castelfondo: essa è composta di due Ville dette di S. Maria, e di S. Stefano, ed ha la chiesa parrocchiale in mezzo. Ha una mediocre campagna, ed i suoi prodotti sono analoghi a quelli della prossima Pieve di Revò, ma il vino è inferiore. Sopra la Villa di S. Stefano si ritrova una casa diroccata detta Castelfava con una picciola appartenenza di campagna: questo è un feudo de’ Conti d’Arz.

Lauregno situato a sera di Cloz nel monte non produce che grano, viene formato da trenta masi dispersi, e più nell’alto otto masi formano la così detta Sinablana. Tutti questi masi sono soggetti all’investitura urbariale di C. Fondo, e pagano al medesimo annuo livello. Il metodo di vivere, ed il linguaggio di questo luogo è tedesco; l’idioma però è assai cattivo, perchè frammischiato con voci italiane: all’articolo di Proves si dirà della venuta di questi tedeschi nelle nostre Valli.

La Pieve di Revò confina con quella di Cloz, ed indi viene separata dalle altre Pievi per mezzo di Valli picciole, ove sono li ponti di comunicazione. La Villa di tal nome situata a mezzogiorno della Valle alle falde del monte Ozolo è di mediocre grandezza, ma non piana. La chiesa parrocchiale è separata: l’anno 1804 fu ornata con un magnifico altare di marmo d’ordine corinto proveniente dalla soppressa chiesa, e monache della Trinità di Trento. Li marmi sono quasi tutti forestieri. Ha una torre che sembra ne’ bassi tempi essere stata convertita in campanile: l’iscrizione romana quivi ritrovata, e della quale abbiamo parlato nella Storia, sembra verificare quest’opinione, e dimostrare la sua antichità. L’anno 1778 fu fatta a spese pubbliche, e col dispendio di otto e più mila fiorini una tradotta d’acqua dal torrente Pescara, che riesce di grande vantaggio. Siccome questa Villa ha molte colline esposte al sole, così in questo il vino riesce buono, principalmente il rosso, e lasciato invecchiare acquista buon saporito; per altro è potente. Antonio Roschmanno l’anno 1740 pubblicò un’operetta tedesca,1 e descrivendo i migliori vini tirolesi, tra questi annovera quelli di Revò; doveva però lo scrittore distinguere li vini delicati delle colline al piano da quelli dei monti. Il suo clima è de’ più temperati della Valle, e vi anticipa la primavera. Qui si ritrova domiciliata una linea dei Conti d’Arz, che ha un palazzo fabbricato al principio del passato secolo. Di questa famiglia si parlò all’articolo Arsio. In Revò nacque Carlo Antonio Martini li 15 Agosto 1726. Compiti egli in Tirolo i suoi studj, si portò a Vienna, ove ebbe occasione di spiegare li suoi talenti. Al principio dell’anno 1752 fu spedito con l’ambasciata cesarea in Ispagna.

  1. Breve descrizione del Tirolo in 12. pag. 9.