Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/146

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Fra i mobili, i chinesi hanno dei graziosissimi paraventi e delle scansie; le loro stanze sono piene di eleganti ornamenti e di ventagli; le portiere di seta e di raso, sulle quali sono scritte delle sentenze, pendono dalle pareti, e delle graziose lanterne sono sospese al soffitto. Alcune case hanno pure dei giardini spaziosi e delle verande.

I bambini chinesi sono educati alla riservatezza, e s’insegna loro ad esser cauti e a nascondere la fierezza naturale. Con questi principii è facile di renderli ipocriti e bugiardi. I giapponesi, invece, bambini o bambine, imparano fino da piccoli che fra tutte le cose dispregevoli, la menzogna e la truffa occupano il primo posto. Fra le virtù che hanno comuni i ragazzi delle due nazioni e che forse sono più estese in China che al Giappone, è l’amore, il rispetto per i loro genitori, e più d’uno è andato a morte per salvare il padre. L’obbedienza verso i genitori è severissima e rispettata, e quel culto verso i maggiori risale fino agli antenati. Le madri chinesi portano spesso appesi alla schiena i loro bambini, ma il viaggiatore sarebbe meravigliato del piccolo numero di donne che incontra per le strade, le quali sono tranquille. Sulle cantonate si trovano i cantastorie e quelli che predicono l’avvenire, e abbondano le curiosità esposte al pubblico.

Il giuoco delle ombre, che da noi si chiamano chinesi, è popolarissimo in China. L’attore è nascosto dalla testa ai piedi e fa vedere dei giardinetti minuscoli con sentieri e viali tortuosi, ponti sopra laghetti proprio come quelle pitture che si trovano sui vassoi, sulle porcellane e sulle scatole da the.

Le case indigene sono quasi tutte in legno, e dentro la corte la famiglia sta vestita con gli abiti larghi e fluttuanti. Un tratto curioso del carattere chinese è quello di