Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/20

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para quanti mestieri può, non si ricusa a nessun lavoro ed è ben difficile che conosca la miseria.

Fra le gole delle Alpi, al confine fra la Francia e l’Italia, nelle valli dove il sole penetra meno, ci sono dei poveri bambini che nascono afflitti da una grande miseria ereditaria. Essi hanno le sembianze umane, ma manca loro l’intelligenza. Con le gambe incrociate, le braccia penzoloni, gli occhi senza sguardo essi fissano di continuo il sole, quando possono vederlo. Del resto balbettano poche parole, non sentono l’affetto, sono sordi a tutte le parole che fanno battere il cuore; in essi parla solo l’istinto, e per questo si vedono gettarsi avidamente sul cibo, strapparlo agli animali in mezzo ai quali vivono, finchè la morte non viene a toglierli a quella inutile esistenza.

Eppure le famiglie della valle d’Aosta non considerano la nascita di un cretino come una sventura. Essi dicono che un cretino è una specie di amuleto, di Dio Lare, e che la sua presenza è un lieto augurio per la famiglia. Questo delicato sentimento risparmia a quegli infelici tanti maltrattamenti, converte in conforto una grande afflizione.

Per tutti i bambini italiani che professano la religione cattolica, i giorni della cresima e della comunione sono due giorni lieti e memorabili. Al primo vengono preparati studiando il catechismo, al secondo con un insegnamento speciale che s’imparte in casa o in un monastero in cui i comunicandi sono rinchiusi per quindici giorni o un mese, affinchè godano là dentro del raccoglimento necessario a quella solenne cerimonia, che segna il passaggio fra l’adolescenza e la giovinezza.

Oltre i cattolici vi sono in Italia i seguaci di Pietro Valdo, il primo riformatore, i quali rifugiatisi nelle Valli cosiddette Valdesi, e specialmente a Torre Pellice, sostennero fiere