Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/54

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di Vienna) chiede in elemosina un zehnerl e quando lo ha avuto va via ballando e cantando nel suo cattivo tedesco, un ritornello, che può esser tradotto press’a poco così:

Non c’è che una città imperiale,
C’è una sola Vienna.

E tutti gli austriaci cantano lo stesso e credono fermamente che non ci sia nel mondo una città da potersi paragonare per bellezza e allegria alla loro amata capitale.

Seguendo l’impulso che mi ha dato il monello viennese, vi condurrò nel bel parco che chiamano Prater, con i tre grandi viali, uno che conduce ai bagni sul Danubio, uno nel centro al Volks Wursten Prater e il terzo a sinistra al Nobel Prater, dove passeggiano e giuocano i bambini eleganti accompagnati da bambinaie in costume nazionale, o da istitutrici, che si fermano a comprar dolci nei molti caffè che fiancheggiano il viale.

A voi, sono sicura, piacerebbe più il Wursten Prater, perchè lì convengono tutto l’anno le meraviglie del mondo che vi fanno restare a bocca aperta, anche quando le vedete isolate.

Lì non mancano mai nani e giganti, marionette e saltimbanchi, pesci mostruosi che parlano, serragli di bestie feroci, topi bianchi, cani ammaestrati, scimmie sapienti, ed è un continuo batter di gran cassa, e urli, e canti, e suoni d’organino. Fra tutto quel rumore spicca la voce dei nostri connazionali che vendono salami e formaggio, e intanto la gente guarda, ammira, commenta e si riposa e si rinfresca nei caffè, che sono qui più numerosi ancora che nel Nobel Prater.