Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/55

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Sì, anch’io sono propensa a cantare col monello viennese:

Non c’è che una città imperiale,
C’è una sola Vienna.

Ma poi rifletto che, eccettuato la maggior propensione all’allegria e ai divertimenti, i bambini austriaci poco differiscono dai loro confratelli tedeschi, che hanno usi, costumi, balocchi eguali, eguali passatempi, fra i quali il preferito è quello della cucinina, facendo servire per ingredienti di ogni pietanza il miele e il pan pepato che la mamma ha dato a Roserl e Kätherl per merenda; che hanno pure scuole eguali, eguali Kindergärten, che le maestre in estate conducono così in Germania come in Austria le loro piccole alunne a far delle scampagnate. Preferisco narrare ai miei piccoli amici qualcosa dei futuri cittadini e soldati delle provincie dell’impero austro-ungarico.

Incomincierò dal Tirolo, quella bella contrada montuosa e ricca di acque e di fiori, che molti bambini italiani hanno visitata in estate, quando è in tutta la sua bellezza.

Sul ponte dell’Inn vorrei essere.
Là giungono zattere cariche di gente allegra,
I tirolesi cantano da lungi:
Evviva!

In un giorno di scampagnata una comitiva scolastica naviga sull’Inn in una zattera. È un gran divertimento quello, ma non scevro di pericolo, specialmente quando la zattera è carica di piccoli diavoletti come i ragazzi della scuola, ma il navicellaio tirolese è accorto e destro, e con le lunghe stanghe sa guidare maestrevolmente la zattera fra le curve e le cascate del fiume.