Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/64

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munità (zadruga). Un componente la comunità è scelto dagli altri a capo, ed a lui spetta a comporre i dissidi ed a repartire il lavoro. I bambini sono educati nel rispetto verso i genitori, verso i nonni, e viene insegnato loro a vivere in buona armonia coi ragazzi delle altre comunità, sieno pure greci o ebrei.

Oltre ad alcune costumanze strane e proprie di certe stagioni dell’anno, quella del Natale è forse la più bella. In quella occasione comprano la più fina farina di grano, il miele più dolce, i frutti più prelibati ed il vino più squisito. La nonna benedice le tre candele di cera che devono esser collocate sulla tavola. I ragazzi vanno nel bosco a cercare un grosso ceppo d’albero che deve essere spruzzato di vino e messo nella stufa la sera di Natale. È quello che da noi ha dato il nome di Ceppo al Natale stesso. Si fanno due grosse pagnotte che significano il Vecchio e il Nuovo Testamento. Quando si odono i rintocchi delle campane, la sera prima di Natale, la famiglia si riunisce nella stanza da pranzo, si accende la prima candela e si canta un inno. La tavola è coperta di vivande, e vicino alle due pagnotte di Natale c’è una piccola coppa piena di grano, orzo e avena. Prima che incominci la festa, il padre si avvicina alla tavola, prende la candela accesa in mano e dice: «Cristo è nato.» I bambini e gli altri astanti ripetono: «È nato, è nato davvero.» Allora la candela è passata da un bambino all’altro. Essi devono stare sulla panca accanto alla stufa e ripetere tre volte: «Sia lodato Iddio! Cristo è nato.» Intanto gli altri membri della famiglia rispondono: «Sia lodato il nome d’Iddio in eterno, e che Egli ci dia salute e vita!»

Il giorno di Natale si accende la seconda candela. Il padre pronunzia una breve preghiera, spenge la candela e