Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/70

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Il muschik (contadino) costruisce da sè l’izba (capanna) e il solo strumento che adopera è l’ascia. L’izba è fatta di tronchi d’albero; gli interstizii sono colmati con foglie secche e terra; il pavimento è formato di concime e terra mescolati insieme, e all’esterno della izba, addossata alle pareti, c’è una grande quantità di terra, per impedire che il freddo penetri dentro. La capanna è riscaldata da una grandissima stufa, sulla quale dormono gli adulti. I bambini sono coricati nelle hamacs sospese alle travi intorno alla stufa, o sono distesi su delle panche al muro, quando la famiglia è numerosa.

Ma è difficile che una famiglia di muschick sia numerosa, specialmente dacchè è cessato l’uso che ogni «razza» viva insieme in due o tre izba nello stesso dvor (cortile). La parola «razza» indica tutti quelli che hanno legami di parentela fra loro, come padre, madre, nonni, avoli, zii, zie, cugini. Tutti vivono in modo patriarcale sotto la dipendenza di un vecchio, che è spesso l’avolo. Egli governa la sua famiglia con molta abilità, aiutandosi col bastone.

Il piccolo Iwan è ancora sporco. Deve assuefarsi a tollerare il freddo e le privazioni di ogni specie. Quella educazione incomincia presto, e spesso è la sola che gli vien data, perchè vi sono poche scuole rurali, e il contadinello ha raramente occasione di imparare a leggere e scrivere.

La sua educazione principale è simile a quella che si dava in antico ai piccoli spartani. Dopo che il pope (prete) del villaggio l’ha battezzato immergendolo tre volte nell’acqua e ripetendo una specie di formula per scacciare lo spirito maligno, il piccolo Iwan passa la sua infanzia, ad eccezione delle brevi estati, nella atmosfera caldissima e malsana della sudicia izba, coperto d’insetti d’ogni specie,